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Francia

31 gennaio 2025

L’Oiad ha appreso con sgomento e allarme la notizia di un video pubblicato su X dal media “Frontières”, che riprende il contenuto di un numero speciale dello stesso giornale intitolato “Invasione migratorie, i colpevoli“, in cui diversi avvocati vengono qualificati nominativamente come i legali che “difendono il maggior numero di immigrati illegali in Francia”.

In questo dossier pieno di errori, numerosi avvocati francesi vengono nominativamente denunciati e dati in pasto all’opinione pubblica come “colpevoli del caos migratorio”.

Accusati di “fare affari sui clandestini”, questi avvocati sono accusati di lavorare in collaborazione con un’associazione che fornisce assistenza legale agli esuli e di essere pagati attraverso il patrocinio a spese dello stato.

Alcuni hanno ricevuto minacce di morte sui social network.

L’Osservatorio condanna fermamente questa inaccettabile stigmatizzazione degli avvocati, che li espone a minacce in un clima alimentato da pericolose dichiarazioni delle autorità pubbliche che giocano sulla paura dell’altro attraverso la retorica dell’invasione di stranieri in Francia.

L’Osservatorio esprime pieno sostegno e solidarietà ai colleghi nominativamente citati.

L’Osservatorio sottolinea che gli avvocati sono protagonisti indispensabili per l’esercizio dei diritti di coloro che si rivolgono alla giustizia e, a questo titolo, una componente essenziale dello Stato di diritto.

L’Osservatorio ricorda che il patrocinio a spese dello stato è un meccanismo giuridico che consente a tutte le persone di esercitare i propri diritti, in conformità con i principi fondamentali delle Nazioni Unite relativi al ruolo dell’Avvocatura, che stabiliscono che “le autorità pubbliche predispongono procedure efficaci e meccanismi adeguati che consentano a tutte le persone che vivono nel loro territorio e sono sottomesse alla loro giurisdizione di esercitare i propri diritti, senza alcuna distinzione di sorta, o discriminazione basata sulla razza, il colore, l’origine etnica, il sesso, la lingua, la religione, le opinioni politiche o di altro tipo, l’origine nazionale o sociale, il censo, la nascita, o la condizione economica o altro, di avere un accesso effettivo e paritario ai servizi di un avvocato. ” (Principio n. 2)

L’Osservatorio chiede alle autorità pubbliche di prendere immediatamente tutte le misure necessarie per proteggere i nostri colleghi minacciati e a condannare queste derive inaccettabili in uno Stato democratico.