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Iran

ALLERTA 04/01/2024

ALLERTA 26/12/2023

IRAN: Arrestato e interrogato all’arrivo all’aeroporto di Teheran, l’avvocato Saleh Nikbakht rischia il carcere a causa dell’ esercizio  della professione di avvocato

  4 gennaio 2024

Appena arrivato all’aeroporto di Teheran il 22 dicembre 2023, Saleh Nikbakht, l’avvocato che rappresenta la famiglia di Jina-Mahsa Amini, è stato portato nella sala di sicurezza dell’aeroporto, dove gli sono stati sequestrati il passaporto, il telefono cellulare e Premio Sakharov del Parlamento europeo. L’avvocato Saleh Nikbakht rischia ora il carcere.

Nel 2023, il Parlamento europeo ha deciso di onorare Jina-Mahsa Amini e il movimento “Donne, Vita, Libertà” assegnando loro il Premio Sakharov per la libertà di pensiero. Saleh Nikbakht è stato incaricato di ricevere il premio a nome della famiglia di Jina, a cui era stata tolta ogni libertà di movimento. Non appena rientrato in Iran è stato fermato.

Rilasciato dopo un lungo interrogatorio, l’avvocato è stato informato che sara’ presto chiamato  presso il carcere di Evin per scontare una condanna a un anno di reclusione emessa il 17 ottobre 2023. L’avvocato è stato condannato per “propaganda contro il regime” sulla base di una denuncia presentata dal Ministero dell’Intelligence iraniano. Le autorità iraniane hanno accusato l’avvocato di aver fornito consulenza alla famiglia Amini, di aver rilasciato interviste ai media e di aver contestato il rapporto dell’istituto forense sulle cause della morte di Jina-Mahsa Amini.

Saleh Nikbakht difende da anni giornalisti, attivisti per i diritti umani, scrittori, sindacalisti e cineasti.  Avvocato di particolare talento, è riuscito a far uscire dal braccio della morte una trentina di prigionieri dimostrando la loro innocenza.  È stato grazie alla sua combattività e al suo immancabile coraggio che il mondo è venuto a conoscenza delle truci condizioni di morte di Jina-Masha.

 

L’Osservatorio esprime preoccupazione per il grave rischio di incarcerazione dell’avvocato Saleh Nikbakht.

L’Osservatorio condanna con la massima fermezza la condanna dell’avvocato Saleh Nikbakht a un anno di reclusione, nonché il suo recente arresto, il successivo interrogatorio e la confisca dei suoi beni al suo arrivo in Iran.

L’Osservatorio esorta le autorità iraniane a smettere di perseguitare Saleh Nikbakht, che esercita coraggiosamente la sua professione di avvocato.

L’Osservatorio invita le autorità iraniane a garantire l’esercizio libero e senza ostacoli della professione legale, in conformità con i Principi delle Nazioni Unite sul ruolo degli avvocati, adottati all’Avana nel 1990. In particolare, i principi 16, 17 e 27:

Principio 16:Le autorità pubbliche devono garantire che gli avvocati (a) siano in grado di svolgere tutte le loro funzioni professionali senza ostacoli, intimidazioni, molestie o interferenze indebite; (b) siano in grado di viaggiare e consultare i loro clienti liberamente, sia all’interno che all’esterno del Paese; e (c) non siano soggetti a, o minacciati di, azioni penali o sanzioni economiche o di altro tipo per qualsiasi azione intrapresa in conformità con i loro obblighi, standard ed etica professionali riconosciuti.”

Principio 17“Quando la sicurezza degli avvocati è minacciata nell’esercizio delle loro funzioni, essi devono essere adeguatamente protetti dalle autorità“.

Principio 27Le accuse o le denunce  presentate contro gli avvocati nell’esercizio delle loro funzioni devono essere esaminate  con diligenza ed equitàsecondo procedure corrette. Ogni avvocato ha diritto a un equo processo e ad essere assistito da un avvocato di sua scelta”.

 

IRAN: A un anno dalla morte di Mahsa Jîna Amini, Saleh Nikbakht, l’avvocato della famiglia, viene processato a causa dell’esercizio della sua professione

 

26 settembre 2023

 

Il movimento di protesta seguito alla morte in carcere di Mahsa Jîna Amini, una giovane curda iraniana di 22 anni arrestata per aver “indossato impropriamente il velo islamico”, ha scatenato una violenta repressione che ha portato a numerose esecuzioni e arresti di massa di manifestanti e difensori dei diritti umani, tra cui molti avvocati.

Mentre in questo mese di settembre ricorre il triste anniversario della morte in stato di detenzione di Mahsa Jîna Amini,  l’avvocato della famiglia viene preso di mira delle autorità iraniane, accusato di nuocere al regime islamico.

L’avvocato Saleh Nikbakht è in effetti  accusato di “propaganda contro la Repubblica islamica” e rischia una pena detentiva fino a un anno per aver dichiarato alla stampa, nel settembre 2022, che la famiglia di Mahsa Jîna Amini aveva presentato una denuncia contro gli agenti di polizia che l’avevano arrestata e interrogata.

Il processo all’avvocato  Nikbakht, che è anche presidente dell’Associazione dei prigionieri politici, è iniziato martedì 29 agosto 2023 davanti alla 28ª sezione del Tribunale rivoluzionario islamico di Teheran.

Insigne avvocato, difensore dei diritti umani e accademico, di origine curda, Saleh Nikbakht ha difeso numerosi oppositori e rappresentanti eletti iraniani nel 2009, seguaci del  “movimento verde” che aveva monitorato le controverse e fraudolente elezioni presidenziali di Mahmoud Ahmedinejad. Di conseguenza, è stato più volte perseguito e gli è stato vietato di lasciare l’Iran per il solo fatto di aver esercitato la sua professione, in particolare in difesa delle minoranze.

Saleh Nikbakht ha anche difeso Jafar Panahi, il regista iraniano vincitore del Leone d’oro al Festival di Venezia e dell’Orso d’oro al Festival di Berlino, arrestato nel luglio 2022 per “propaganda contro la Repubblica islamica” e rilasciato su cauzione nel febbraio 2023 dopo sette mesi di detenzione.

All’età di 72 anni, Saleh Nikbakht si inserisce nella lunga lista di avvocati presi di mira dal regime islamico iraniano, che persiste nella sua brutale repressione e non mostra alcuna tolleranza per il confronto popolare e democratico.

 

L’Osservatorio esprime la propria indignazione per le azioni giudiziarie intraprese contro  Saleh Nikbakht, che esercita coraggiosamente la sua professione di avvocato.

L’Osservatorio è preoccupato per i procedimenti giudiziari a carico degli avvocati in Iran.

L’Osservatorio invita le autorità iraniane a garantire l’esercizio libero e senza ostacoli della professione legale, in conformità con i Principi delle Nazioni Unite sul ruolo degli avvocati, adottati all’Avana nel 1990.

L’Osservatorio ricorda che, in conformità con le disposizioni dei Principi delle Nazioni Unite sul ruolo degli avvocati, in particolare con i principi 16, 17, 27 e 28:

Principio 16: “Le autorità pubbliche devono garantire che gli avvocati (a) siano in grado di svolgere tutte le loro funzioni professionali senza ostacoli, intimidazioni, molestie o interferenze indebite; (b) siano in grado di viaggiare e consultare i loro clienti liberamente, sia all’interno che all’esterno del Paese; e (c) non siano soggetti a, o minacciati di, azioni penali o sanzioni economiche o di altro tipo per qualsiasi azione intrapresa in conformità con i loro obblighi, standard ed etica professionali riconosciuti.”

Principio 17: “Quando la sicurezza degli avvocati è minacciata nell’esercizio delle loro funzioni, essi devono essere adeguatamente protetti dalle autorità“.

Principio 27: Le accuse o le denunce  presentati contro gli avvocati nell’esercizio delle loro funzioni devono essere esaminate  con diligenza ed equità, secondo procedure corrette. Ogni avvocato ha diritto a un equo processo e ad essere assistito da un avvocato di sua scelta”.

Principio 28: I procedimenti disciplinari contro gli avvocati devono essere portati davanti a un organo disciplinare imparziale costituito dall’Ordine degli Avvocati, davanti a un’autorità statutaria indipendente o davanti a un tribunale, e devono essere impugnabili davanti a un organo giudiziario indipendente“.