Fare clic sul pulsante per visualizzare la mappa.

Indirizzo & Contatto

Il nosto indirizzo

Palestine

Palestina: l’avvocata Diala Ayesh vittima di detenzione arbitraria in condizioni di detenzione precarie

8 febbraio 2024

Il 19 gennaio 2024, Diala Ayesh è stata arrestata dalle forze israeliane a Betlemme. Attualmente ancora in detenzione amministrativa per motivi sconosciuti dal 23 gennaio 2024, è detenuta in condizioni inadeguate e contrarie agli standard internazionali sulla privazione della libertà.

 

Diala Ayesh, avvocata palestinese, è stata arrestata il 19 gennaio 2023 dalle forze di sicurezza israeliane. Stava attraversando un checkpoint tra Betlemme e Rammallah, nei territori palestinesi occupati. Il 25 gennaio, il Comando militare centrale di Israele per i territori palestinesi occupati ha emesso un ordine di detenzione amministrativa di quattro mesi nei confronti dell’avvocata Ayesh.

L’avvocata Ayesh è attualmente detenuta nel carcere di Damon, che non sembra offrire condizioni adeguate ai detenuti. A fronte del sovraffollamento carcerario, i detenuti non possono vedere le famiglie e i colloqui degli avvocati sono limitati. Il cibo è inadeguato e di scarsa qualità, i prodotti per l’igiene scarseggiano; alcuni detenuti dormono sul pavimento, in celle inadatte al freddo.

Secondo Frontline Defenders[1], l’ordinanza del Comando militare centrale israeliano è stata emessa senza capo di accusa né processo e Diala Ayesh non è comparsa dinanzi a un tribunale. Il suo avvocato ha potuto vederla solo una volta, il 23 gennaio 2024. Da quando è stata arrestata, la sua famiglia non ha più avuto notizie di lei e non le è stato permesso di chiamarla o farle visita.

Diala Ayesh ha lavorato raccogliendo testimonianze e denunciando gli abusi delle forze di sicurezza dell’Autorità nazionale palestinese. Avrebbe anche partecipato a delle visite alle prigioni dell’esercito israeliano con altri avvocati palestinesi per riferire sulle condizioni dei prigionieri. A seguito del suo lavoro, l’avvocata Ayesh sarebbe già stata intimidita, molestata sessualmente, arrestata e minacciata da parte delle autorità israeliane e dell’Autorità palestinese in Cisgiordania.[2]

Questo arresto e questa detenzione arbitraria sopraggiungono in un contesto di aggravamento delle misure contro gli avvocati che difendono i prigionieri politici nei territori palestinesi occupati, nonché di incarcerazione di diversi palestinesi in Cisgiordania, Gerusalemme Est e Israele. Il caso di Diala si aggiunge a quelli di almeno altri dieci avvocati[3] in Palestina, che sarebbero stati sottoposti a detenzione amministrativa con le stesse caratteristiche:

  • Mancanza di conoscenza delle accuse a loro carico;
  • Detenzione in isolamento, senza alcuna considerazione per la loro particolare situazione di salute, aggravata da abusi da parte delle forze di sicurezza;
  • Condizioni contrarie agli standard internazionali applicabili alla detenzione di persone.

L’udienza per il riesame giudiziario della detenzione di Ayesh era prevista per il 4 febbraio, ma è stata rinviata e non si conosce la nuova data. Né l’avvocata Ayesh né il suo avvocato conoscono le ragioni della sua detenzione, dato che la detenzione amministrativa non è accompagnata da accuse e si basa su generici “motivi di sicurezza”. Non c’è quindi una procedura giudiziaria che permetta al detenuto di difendersi.

 

L’Osservatorio condanna con fermezza l’arresto e la detenzione illegale dell’avvocato Diala Ayesh, nonché le deplorevoli condizioni di detenzione a cui è stata sottoposta.

L’Osservatorio esorta le autorità israeliane a rilasciare immediatamente e senza condizioni Diala Ayesh e gli altri avvocati palestinesi detenuti in via amministrativa.

L’Osservatorio invita le autorità israeliane a rispettare gli articoli 9 e 14 del Patto internazionale sui diritti civili e politici del 1966, che recita: “Ogni individuo ha diritto alla libertà e alla sicurezza della propria persona. Nessuno può essere sottoposto ad arresto o detenzione arbitrari. Nessuno può essere privato della propria libertà se non per i motivi e secondo le procedure stabiliti dalla legge” e che “Ogni individuo accusato di un reato ha diritto, in piena uguaglianza, almeno alle seguenti garanzie: a) essere informato tempestivamente e dettagliatamente, in una lingua a lui comprensibile, della natura e dei motivi dell’accusa mossa contro di lui; b) disporre di tempo e strutture adeguate per preparare la propria difesa e comunicare con un avvocato di sua scelta“.

L’Osservatorio invita le autorità israeliane a rispettare gli standard internazionali sulla detenzione, in particolare l’insieme dei principi per la protezione di tutte le persone sottoposte a qualsiasi forma di detenzione o incarcerazione, le Regole minime standard delle Nazioni Unite per il trattamento dei prigionieri (“Regole Nelson Mandela”) e le Regole delle Nazioni Unite per il trattamento dei prigionieri e delle misure non detentive (“Regole di Bangkok”).

L’Osservatorio ricorda che i principi fondamentali delle Nazioni Unite relativi al ruolo dell’Avvocatura, in particolare i principi 16, 17, 21 e 23, stabiliscono che:

Principio 16: “Le autorità pubbliche devono garantire che gli avvocati (a) siano in grado di svolgere tutte le loro funzioni professionali senza ostacoli, intimidazioni, molestie o interferenze indebite;”

Principio 17: “Quando la sicurezza degli avvocati è minacciata nell’esercizio delle loro funzioni, essi devono essere adeguatamente protetti dalle autorità“.

Principio 21: “È responsabilità delle autorità competenti garantire che gli avvocati abbiano accesso alle informazioni, agli atti e ai documenti pertinenti in loro possesso o controllo in tempo utile per consentire loro di fornire un’assistenza legale efficace ai loro clienti. Tale accesso dovrebbe essere fornito al momento opportuno e senza ritardi.”

Principio 23: Gli avvocati, come tutti gli altri cittadini, godono della libertà di espressione, di credo, di associazione e di riunione.”

 

 

[1] Frontline Defenders. Diala Ayesh. On line: https://www.frontlinedefenders.org/en/profile/diala-ayesh

[2] The Jewish Cronicle. ‘They beat me on my breasts and fondled me. Britain must stop funding Palestinian security thugs’. (15 Agosto 2022). On line: https://www.thejc.com/news/world/they-beat-me-on-my-breasts-and-fondled-me-britain-must-stop-funding-palestinian-security-thugs-m71sagjd

[3] Wattan (Gennaio 2024). On line: https://www.wattan.net/ar/news/426915.html
 PNN (Gennaio 2024). On line: https://pnn.ps/index.php/news/686452