Iran: l’avvocato Mohammadreza Faghihi condannato a 5 anni di carcere dalla giustizia iraniana
23 ottobre 2024
Mohammadreza Faghihi è un avvocato iraniano specializzato nella difesa dei diritti umani. È stato condannato a cinque anni di carcere per aver partecipato a una manifestazione legale e pacifica il 12 ottobre 2022.
La manifestazione è stata organizzata per sostenere i diritti degli avvocati e per rispondere agli arresti arbitrari avvenuti dopo la morte di Mahsa Amini. La protesta si è svolta davanti alla sede dell’Ordine degli avvocati dell’Iran, che aveva scelto di chiudere le sue porte ai manifestanti quel giorno.
L’avvocato Faghihi è stato condannato a 5 anni di carcere, 2 anni di divieto di esercitare la professione di avvocato e ora gli è vietato viaggiare. Da diversi anni, l’Ordine degli avvocati iraniano non riesce a proteggere i colleghi vittime di repressione. Questo è il triste esempio di Maryam Arvin, Narges Khorramifard e Mohabbat Mozaffari, così come dei numerosi avvocati che hanno difeso il movimento Donne, Vita, Libertà”. Molti avvocati sono stati condannati a lunghe pene detentive, costretti in esilio, sospesi dalle loro funzioni o minacciati per il loro impegno nei confronti dei diritti umani.
La Frontline Lawyers Association (Associazione degli avvocati di prima linea) ha condannato la sentenza pronunciata contro l’avvocato Faghihi con una dichiarazione.
L’Osservatorio condanna con fermezza questa violazione dei diritti fondamentali degli avvocati.
L’Osservatorio esorta le autorità iraniane a porre fine alle intimidazioni nei confronti dell’avvocato Faghihi e degli avvocati iraniani che esercitano coraggiosamente la loro professione.
L’Osservatorio esorta il regime iraniano a conformarsi alle raccomandazioni che gli sono state rivolte nel quadro del suo esame periodico universale.
L’Osservatorio ricorda che, secondo i principi fondamentali delle Nazioni Unite relativi al ruolo degli avvocati, in particolare i principi 16, 18 e 23:
“Le autorità pubbliche provvedono affinché gli avvocati a) possano svolgere tutte le loro funzioni professionali senza ostacoli, intimidazioni, molestie o indebite interferenze; b) possano viaggiare e consultare liberamente i loro clienti, sia nel paese che all’estero; c) non siano oggetto di procedimenti giudiziari o di sanzioni economiche o di altro tipo per qualsiasi attività svolta in conformità dei loro obblighi e delle norme professionali riconosciute e della loro deontologia.” (Principio 16)
“Gli avvocati non devono essere assimilati ai loro clienti o alla causa dei loro clienti per l’esercizio delle loro funzioni.” (Principio 18)
“Gli avvocati, come tutti gli altri cittadini, devono godere della libertà di espressione, di fede, di associazione e di riunione. In particolare, hanno il diritto di partecipare a dibattiti pubblici sulla legge, l’amministrazione della giustizia e la promozione e la protezione dei diritti dell’uomo e l’adesione a organizzazioni locali, nazionali o internazionali.” (Principio 23)