Omar Boussag, Sofiane Ouali et Toufik Belala

Algeria

Algeria: l’OIAD condanna le persecuzioni e le intimidazioni nei confronti di avvocati e difensori dei diritti umani in Algeria

24 marzo 2025

 

L’avvocato Omar Boussag, l’avv. Sofiane Ouali e l’avv. Toufik Belala sono difensori dei diritti umani in Algeria. Sono membri del Collettivo di difesa dei détenuti di Hirak[1] e sono impegnati nella tutela delle libertà fondamentali. Sono tutti vittime di intimidazioni e procedimenti giudiziari a causa del loro impegno.

 

Procedimento contro l’avv.  Omar Boussag

Omar Boussag, avvocato del foro di Orano, è stato messo sotto inchiesta per i suoi post su Facebook che criticano il governo in carica. Il 26 febbraio 2024 è stato condannato in contumacia a sei mesi di reclusione e a una multa di 500.000 dinari algerini per “oltraggio a un orgasno dello stato” e “incitamento ad un’adunata senza armi”. Dopo aver proposto appello alla sentenza, l’8 luglio 2024 è stato nuovamente goidicato e condannato a tre mesi di reclusione. Il 15 luglio 2024 è stato multato di 50.000 dinari.

 Arresto e azione penale contro l’avv. Sofiane Oual

Sofiane Ouali è un avvocato del foro di Béjaïa. È stato arrestato il 10 luglio 2024 a Béjaïa nell’ambito di un’ondata di arresti di massa. Il suo domicilio è stato perquisito e il suo computer è stato confiscato. È stato trasferito ad Algeri insieme ad altri 14 arrestati per comparire davanti al tribunale di Sidi M’Hamed.

Il 18 luglio 2024 è stato accusato di presunto sostegno a un’organizzazione terroristica e diffusione di contenuti considerati una minaccia per la sicurezza nazionale[2] , oltre che di riciclaggio di denaro. Il giudice istruttore ha emesso un provvedimento di libertà provvisoria, decisione confermata dalla chambre d’accusation il 29 luglio 2024.

Condanna e azione penale contro l’avv. Toufik Belala

Toufik Belala, avvocato del foro di Blida e difensore dei diritti umani, è stato condannato in primo grado a sei mesi di reclusione dal tribunale di Boufarik per “pubblicazione di notizie false”. È stato condannato a un anno di reclusione e ha presentato appello contro questa sentenza al tribunale di Blida, sostenuto da numerosi avvocati che denunciano questo come una ritorsione per il suo impegno per i diritti umani.

Prima della condanna, l’avv. Belala era stato convocato più volte dalla gendarmeria tra aprile e luglio 2024. Durante queste convocazioni, si è rifiutato di consegnare il suo telefono, invocando il segreto professionale tutelato dall’articolo 24 della legge sulla professione forense.

 

L’incriminazione e l’intimidazione degli avvocati Omar Boussag, Sofiane Ouali e Toufik Belala rientrano nel clima di crescente repressione contro avvocati, attivisti e giornalisti in Algeria. Anche altri avvocati sono oggetto di questa repressione

  • Abderraouf Arslane, imprigionato per più di un anno e condannato a una pena detentiva nel giugno 2022 per aver difeso gli attivisti di Hirak e aver espresso le sue opinioni online ;
  • Gli avvocati Abdelkader Chohra e Yacine Khelifi, arrestati e processati nel maggio 2022 per aver protestato contro la morte sospetta di un prigioniero per reati di opinione e condannati nell’agosto 2022 a una pena detentiva di sei mesi con la condizionale;
  • Mohamed Chahid, un avvocato di 72 anni, è detenuto in custodia cautelare nonostante l’età avanzata e il fatto che abbia perso i contatti con la sua famiglia da diversi mesi. È perseguito con accuse penali arbitrarie;
  • L’avv. Mourad Zenati, a cui è stato vietato di lasciare il Paese senza notifica ufficiale e che è stato accusato di “minare l’unità nazionale” e di “incitamento e un raduno non armato”;
  • L’avv. Mounir Gharbi, condannato in contumacia nel febbraio 2025 a tre anni di carcere, di cui due di reclusione, per un post su Facebook che criticava la gestione delle notizie da parte della stampa nazionale.

 

Alla luce di questa situazione, l’Osservatorio condanna con fermezza i procedimenti giudiziari e gli atti di intimidazione contro gli avvocati algerini che esercitano coraggiosamente la loro professione.

L’Osservatorio esorta le autorità algerine a ritirare tutte le accuse contro di loro e a garantire che possano esercitare la professione di avvocato senza ostacoli o intimidazioni.

L’Osservatorio denuncia la sistematica repressione degli avvocati e dei difensori dei diritti umani in Algeria, che minaccia seriamente l’indipendenza dell’avvocatura e la libertà di espressione.

L’Osservatorio invita lo Stato algerino a rispettare i principi fondamentali delle Nazioni Unite relativi al ruolo dell’Avvocatura, in particolare i principi 16, 18 e 23:

“Le autorità pubbliche assicurano che gli avvocati (a) siano in grado di svolgere tutte le loro funzioni professionali senza ostacoli, intimidazioni, molestie o interferenze indebite; (b) siano in grado di viaggiare e consultare liberamente i loro clienti, sia in patria che all’estero; e (c) non siano soggetti a, o minacciati di, azioni penali o sanzioni economiche o di altro tipo per qualsiasi azione intrapresa in conformità con i loro obblighi professionali, gli standard professionali riconosciuti e l’etica.” (Principio 16)

“Gli avvocati non dovrebbero essere assimilati ai loro clienti o alle cause dei loro clienti in virtù dell’esercizio delle loro funzioni”. (Principio 18)

“Gli avvocati, come tutti gli altri cittadini, devono godere della libertà di espressione, di credo, di associazione e di riunione. In particolare, essi hanno il diritto di partecipare a discussioni pubbliche riguardanti la legge, l’amministrazione della giustizia e la promozione e protezione dei diritti umani, e di aderire a organizzazioni locali, nazionali o internazionali“. (Principio 23)

 

 

[1] Il Collettivo per la difesa dei detenuti di Hirak, formatosi nel luglio 2019 dopo la prima ondata di arresti, difende volontariamente e instancabilmente le persone perseguite arbitrariamente, in particolare quelle provenienti da contesti emarginati che non possono permettersi un supporto legale.

[2] Codice penale algerino, articoli 87 bis 4 e 87 bis 12.

Posizione