25 aprile 2023
La mattina del 25 aprile 2023 è stata effettuata un’operazione su larga scala in 21 province, tra cui la provincia a maggioranza curda di Diyarbakir. Sono state arrestate 150 persone, tra cui 25 avvocati, difensori dei diritti umani, referenti dell’Associazione turca per i diritti umani, oltre a molti giornalisti, artisti e operatori delle associazioni, senza che le accuse siano note a causa delle restrizioni imposte dal sistema giudiziario turco.
Questa operazione si svolge in un contesto elettorale teso, a meno di tre settimane dalle elezioni presidenziali e legislative in Turchia. Nahit Eren, presidente dell’Ordine degli avvocati di Diyarbakir e membro dell’Oiad denuncia “un tentativo di intimidire gli elettori curdi”, affermando che “non possiamo dire che si tratti di un’operazione indipendente e scollegata dall’agenda politica del Paese”.
L’Osservatorio si unisce alle preoccupazioni espresse dall’Ordine degli avvocati di Diyarbakir per la natura politica e segreta di questa operazione di polizia.
L’Osservatorio denuncia qualsiasi operazione di intimidazione contro la professione legale, invita le autorità turche a rilasciare le persone detenute e a porre immediatamente fine a tutte le intimidazioni, le persecuzioni e gli arresti arbitrari di avvocati, difensori dei diritti umani e giornalisti.
L’Osservatorio condanna le perquisizioni presso i domicili degli avvocati e negli uffici dell’associazione ÖHD, a scapito del rispetto del segreto professionale e della loro vita privata, e denuncia le gravi violazioni del diritto alla difesa, dal momento che gli avvocati non possono assistere i colleghi in stato di fermo per 24 ore.
L’Osservatorio condanna fermamente le limitazioni alla professione forense e invita le autorità turche a porre fine senza indugio a tutte le violazioni dei diritti umani e a rispettare pienamente tutti i diritti e le libertà fondamentali, in particolare la libertà di espressione e di riunione degli avvocati.
L’Osservatorio esprime piena solidarietà agli ordini degli avvocati di Diyarbakir, Mardin, Batman e Urfa e a tutti gli avvocati arrestati: Mehmet Öner, Halise Dakalı, Özüm Vurgun, Bünyamin Şeker, Berdan Acun, Pirozhan Kaleli, Resul Temur, Fırat Taşkın, Salih Tekin, Sozan Acar, Büşra Eylül Özgültekin, Burhan Artan, Şerzan Yelboğa, Süleyman Şahin, Gülistan Ataş, Fırat Yıldız, Serhat Hezer, Kenan Aygay, Şirrin Şen, Bahar Okay, Gurbet Özbey, Ruşen Doğan dell’Ordine degli Avvocati di Diyarbakir; Metin Özbadem dell’Ordine degli avvocati di Urfa; Kenan Anğay e Jiyan Samedoğlu dell’Ordine degli avvocati di Mardin.
L’Osservatorio ricorda i principi fondamentali relativi al ruolo dell’Avvocatura, secondo i quali le autorità pubbliche devono garantire che gli avvocati e le avvocate non siano soggetti a minacce, azioni penali o sanzioni economiche per qualsiasi azione intrapresa nell’esercizio della loro professione (principio 16); e che gli avvocati non debbano essere assimilati ai loro clienti o alla causa dei loro clienti per fatti connessi aell’esercizio delle loro funzioni (principio 17).
L’Osservatorio seguirà attentamente gli sviluppi del caso.