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Iran: arresto e detenzione di Arash Keykhosravi, avvocato e difensore dei diritti umani

12 gennaio 2024

Arash Keykhosravi, avvocato iraniano e convinto difensore dei diritti umani, è in stato di detenzione dal 25 settembre 2023. È stato condannato dal Tribunale rivoluzionario di Teheran con l’accusa di “attività di propaganda contro lo Stato”. Noto per il suo impegno a favore dei diritti umani e della tutela dell’ambiente, Keykhosravi è diventato un bersaglio costante della repressione delle autorità iraniane.

I guai giudiziari  dell’avvocato Keykhosravi con il governo iraniano non sono una novità. Nel 2018, durante una manifestazione pacifica davanti al Parlamento, è stato arrestato mentre rappresentava la famiglia di Kavous Seyed-Emami, un accademico iraniano-canadese e attivista ambientale morto in circostanze sospette nella prigione di Evin nel febbraio dello stesso anno.

Durante la pandemia di Covid-19, l’avvocato ha cercato di presentare una denuncia contro diversi funzionari, tra cui il Ministro della Salute iraniano e la Task Force per il Coronavirus, per la loro cattiva gestione della crisi sanitaria. In seguito a ciò, nel 2021 è stato arrestato arbitrariamente e poi rilasciato su cauzione dopo quattro mesi di detenzione nella prigione di Evin.

Nel 2022, la Corte d’appello di Teheran ha aumentato la pena di Keykhosravi a due anni di reclusione. La sentenza ha disposto come pene accessorie il divieto di esercitare la professione di avvocato e di rilasciare interviste alla stampa per un anno.

Nello stesso anno, Keykhosravi è stato nuovamente condannato per aver sostenuto una dichiarazione in cui si affermava che “la maggioranza degli iraniani non vuole più la Repubblica islamica”, affermazione ampiamente diffusa durante le manifestazioni del movimento “Donne, vita, libertà”.

L’Osservatorio condanna fermamente la detenzione arbitraria di Keykhosravi.

L’Osservatorio esorta le autorità iraniane a porre fine alle intimidazioni nei confronti di Keykhosravi.

L’Osservatorio ricorda che, in conformità con i principi fondamentali delle Nazioni Unite relativi al ruolo dell’Avvocatura, in particolare i principi 16, 18, 23 e 27 :

Principio 16: “Le autorità pubbliche devono garantire che gli avvocati (a) siano in grado di svolgere tutte le loro funzioni professionali senza ostacoli, intimidazioni, molestie o interferenze indebite;”

Principio 18: “Gli avvocati non devono essere assimilati ai loro clienti o alle cause dei loro clienti a causa dell’esercizio delle loro funzioni“.

Principio 23Gli avvocati, come tutti gli altri cittadini, godono della libertà di espressione, di credo, di associazione e di riunione. In particolare, essi hanno il diritto di partecipare a discussioni pubbliche riguardanti il diritto, l’amministrazione della giustizia e la promozione e protezione dei diritti umani, e di aderire a organizzazioni a livello  locale,  nazionali o internazionali”.

Principio 27: Le accuse o le denunce  presentati contro gli avvocati nell’esercizio delle loro funzioni devono essere esaminate  con diligenza ed equità, secondo procedure corrette. Ogni avvocato ha diritto a un equo processo e ad essere assistito da un avvocato di sua scelta”.