Definito dall’articolo 2 della Convenzione internazionale per la protezione di tutte le persone dalle sparizioni forzate, il concetto di “sparizione forzata” definisce “l’arresto, la detenzione, il rapimento o qualsiasi altra forma di privazione della libertà da parte di agenti dello Stato o di persone o gruppi di persone che agiscono con l’autorizzazione, sostegno o acquiescenza dello Stato, seguito dalla negazione del riconoscimento della privazione della libertà o dall’occultamento della sorte o del luogo in cui si trova la persona scomparsa, sottraendola alla protezione della legge.”
Preoccupata per l’aumento dei casi di sparizione forzata, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite, con la risoluzione A/RES/65/209, ha deciso di proclamare il 30 agosto come Giornata internazionale per le vittime di sparizione forzata, tenuto conto della consuetudinaria celebrazione dell’evento da parte di molti Paesi del mondo in quella data.
Pertanto, per gli attori della società civile, il 30 agosto segna una giornata di sensibilizzazione sul tema delle sparizioni forzate, che rimangono una pratica ricorrente in alcuni Stati come la Cina.
Di fronte a questa situazione, l’Osservatorio internazionale per gli avvocati in pericolo si è unito ad altre organizzazioni non governative con un comunicato stampa congiunto per denunciare questa pratica, contraria al diritto internazionale dei diritti umani, di cui è stato vittima Gao Zhinsheng, un avvocato cinese per i diritti umani scomparso dal 13 agosto 2017. Il suo caso, lungi dall’essere isolato, dimostra la natura sistemica della pratica della sparizione forzata in Cina, che non è parte della Convenzione internazionale per la protezione di tutte le persone dalle sparizioni forzate.