Ogni anno, da 10 anni, il 24 gennaio è dedicato agli avvocati che vengono minacciati, arrestati, incarcerati, perseguiti o addirittura uccisi, in tutte le parti del mondo, per aver esercitato legittimamente la loro professione.

 

 

PERCHÉ QUESTA GIORNATA?


Dal 2009, la Giornata degli avvocati in pericolo si tiene ogni 24 gennaio in città, paesi e continenti di tutto il mondo.  Lo scopo di questa giornata internazionale è di attirare l’attenzione della società civile e delle autorità pubbliche sulla situazione degli avvocati in un determinato paese, al fine di aumentare la consapevolezza delle minacce che affrontano nell’esercizio della loro professione.

 

QUANTI SONO GLI AVVOCATI IN PERICOLO NEL MONDO?


Ad oggi non esiste una cifra ufficiale relativa al numero di avvocati in grave pericolo di vita in tutto il mondo. Quasi ogni giorno, eppure, avvocati vengono assassinati, minacciati, arrestati, torturati, processati (o, più semplicemente, fatti sparire) solo per aver svolto il proprio lavoro. Tra i paesi più pericolosi per lo svolgimento della professione forense figurano Cina, Iran, Honduras, Filippine, Colombia, Messico, Pakistan e Messico.

 

QUALI SONO LE CATEGORIE DI AVVOCATI PIÙ A RISCHIO?


Gli avvocati più a rischio sono quelli che lavorano su casi che possono essere ritenuti “sensibili” in un dato paese. I casi sensibili variano da un paese all’altro, ma esistono comunque delle costanti: la difesa di giornalisti e blogger, i casi di esproprio e la tutela di difensori dei diritti umani, oppositori politici, sindacalisti e vittime di tortura da parte delle autorità statali. La professione forense, subito dopo il giornalismo, è spesso vista come quella più a rischio. Gli avvocati che coniugano l’attivismo e la difesa dei diritti umani con la professione legale, ovviamente, sono doppiamente esposti.

 

CHE TIPO DI MINACCE VENGONO PROTRATTE CONTRO GLI AVVOCATI?


Esistono, in primo luogo, le misure di ritorsione fisica diretta: omicidio, sequestro di persona, reclusione. L’Honduras e il Messico sono indiscutibilmente i paesi in cui più avvocati vengono uccisi, ma non possiamo non citare il Perù, Panama, le Filippine e persino il Pakistan. Nella città pakistana di Quetta, l’8 agosto 2016, una bomba ha distrutto un bar, uccidendo 70 avvocati riunitisi davanti all’ospedale cittadino in seguito all’omicidio del presidente dell’ordine forense locale, avvenuto poche ore prima. In totale, circa 150 dei 280 avvocati del Belucistan sono stati uccisi o feriti l’8 agosto a Quetta. L’Ordine degli avvocati del Belucistan, nel 2017, è stato inoltre insignito di una menzione speciale dalla giuria del Premio Ludovic Trarieux, a riconoscimento del lavoro da esso svolto e della sua sofferenza al servizio dei diritti umani. La violenza contro gli avvocati può addirittura spingersi fino al ricovero psichiatrico. Esistono anche misure di ritorsione più sottili, come ad esempio l’uso di procedure disciplinari e la continua minaccia di radiazione. Questo è il caso dei nostri colleghi cinesi, la cui licenza di esercizio viene messa in discussione ogni anno. Molti avvocati cinesi difensori dei diritti umani, quando non sono incarcerati, vedono semplicemente negato il proprio diritto a esercitare la professione. L’ultima arma contro un avvocato scomodo è il puro e semplice imprigionamento. I procedimenti giudiziari per evasione fiscale, corruzione o estorsione di fondi vengono utilizzati con frequenza, poiché portano a condanne pesanti. Gli avvocati che lavorano su casi delicati, talvolta, sono soggetti a tale pressione da parte delle autorità che finiscono per perdere tutti i clienti più importanti, ritrovandosi esposti a un’intensa pressione economica. È possibile, fra l’altro, ostacolare lo svolgimento della professione impedendo la realizzazione di colloqui e di visite ai clienti, rendendo più difficili le comunicazioni e mettendo in atto intercettazioni o perquisizioni negli studi legali. Non possiamo non citare, infine, la tematica della lotta al terrorismo: quest’ultima riguarda tutti i paesi, anche quelli in cui il diritto alla difesa sembra essere profondamente radicato.

 

QUALI STRUMENTI GIURIDICI ESISTONO PER PROTEGGERLI?


Esistono numerosi strumenti giuridici nazionali e internazionali a tutela degli avvocati e del ruolo essenziale da essi svolto: questi ne vogliono garantire, in particolare, il diritto a un equo processo. Non fu tuttavia fino all’adozione dei principi di base sul ruolo degli avvocati, avvenuta in seno all’ottavo Congresso delle Nazioni Unite sulla prevenzione del crimine e il trattamento del reo (tenutosi all’Avana dal 27 agosto al 7 settembre 1990), che gli avvocati iniziarono ad essere visti quali “attori essenziali nell’amministrazione della giustizia”. I principi di cui sopra costituiscono delle linee guida per gli Stati membri, e mirano a consentire agli avvocati di portare a termine i propri compiti in totale indipendenza. I principi di base sul ruolo degli avvocati costituiscono, ad oggi, l’unico testo internazionale ad ergersi a tutela dei principi fondanti della professione, primi fra tutti l’indipendenza, la riservatezza, la libertà di espressione e la fondamentale distinzione tra avvocato e cliente o caso. Per tantissimi avvocati in tutto il mondo, tuttavia, essi non costituiscono ancora (o non sempre) un vero e proprio meccanismo di tutela. Esiste comunque una figura speciale, presso le Nazioni Unite, il cui scopo è quello di proteggere gli avvocati: si tratta del relatore speciale delle Nazioni Unite sull’indipendenza di giudici e avvocati.

 

COME PROTEGGERE GLI AVVOCATI?


Il primo meccanismo di tutela per gli avvocati è rappresentato dalla possibilità di ricevere sostegno da parte di un avvocato indipendente. L’indipendenza dell’Ordine degli avvocati è uno dei pilastri dello stato di diritto e dei diritti umani. Localizzare gli avvocati a rischio in tutto il mondo, identificarli e monitorare attentamente l’evoluzione delle loro circostanze (assieme anche alle minacce cui fanno fronte) è un’opera di sorveglianza necessaria che tutti dobbiamo portare a termine, poiché ciò aiuta a richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica internazionale ove necessario. È fondamentale che gli ordini e le associazioni professionali degli avvocati di tutto il mondo possano collaborare tra loro, condividendo informazioni e unendo le forze al fine di difendere i colleghi che ne hanno più bisogno. È per questo motivo che il Conseil national des barreaux (Consiglio nazionale degli avvocati, Francia), il Barreau de Paris (Ordine degli avvocati di Parigi, Francia), il Consejo General de la Abogacía Española (Consiglio generale dell’avvocatura spagnola, Spagna) e il Consiglio nazionale forense (Italia) hanno deciso di fondare l’Osservatorio: l’obiettivo è quello di monitorare costantemente la situazione degli avvocati che, ovunque nel mondo, si trovano in pericolo a causa del legittimo esercizio della loro professione, nonché quello di fornire assistenza ai colleghi la cui vita, libertà o pratica professionale sono a rischio.