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Sri Lanka

SRI LANKA: All’avvocato e difensore dei diritti dell’uomo, Kumaravadivel Guruparan, è stato impedito di esercitare la professione su richiesta dell’esercito dello Sri Lanka

 

Kumaravadivel Guruparan è un avvocato e difensore dei diritti dell’uomo in Sri Lanka. E’ il fondatore e direttore esecutivo dell’Adayalam Center for Policy Research (Organizzazione per i diritti dell’uomo) che si trova a Jaffna ed è anche responsabile del dipartimento giuridico presso l’Università di Jaffna dal settembre 2011.

Come avvocato difensore dei diritti dell’uomo, difende alcune vittime di violazioni dei diritti dell’uomo, persone vulnerabili e delle comunità povere.

Si è occupato di alcune cause di alto profilo, in alcune delle quali sono imputati membri dell’esercito dello Sri Lanka, per esecuzioni extragiudiziarie e sparizioni forzate di civili nel nord-est del paese. L’avvocato è stato di recente vittima di minacce e di atti di intimidazione.

 

In realtà l’avvocato è stato preso di mira da parte dell’esercito e dai servizi di intelligence dello Sri Lanka nell’ambito della difesa delle vittime del caso Navatkuli habeas corpus, connesso alla scomparsa forzata di 24 giovani Tamil  che si trovavano in arresto militare nel 1996. Il 1° agosto 2019, durante un’udienza, alcuni uomini in abiti civili, che parlavano cingalese, hanno fotografato gli avvocati presenti di fronte alla Corte di prima istanza di Chavakachcheri. L’azione è sembrata avere uno scopo di intimidazione nei confronti degli avvocati. Una di queste persone è stata poi vista salire su una vettura appartenente al viceprocuratore generale, che rappresenta l’esercito in Sri Lanka.

 Ci accingiamo a scrivere una lettera di protesta al procuratore generale, ha twittato l’avvocato, «Un tale comportamento da parte di un alto funzionario del ministero della giustizia è assolutamente inaccettabile e ci ricorda a quale punto il Procuratore generale è profondamente coinvolto nel settore della sicurezza. »

Il 7 agosto 2019, tre funzionari del Dipartimento investigativo dell’antiterrorismo si sono recati nei locali del centro Adayalam a Jaffna e hanno chiesto di avere accesso ai dossier del personale e al programma dei lavori svolti dall’organizzazione.  Altri avvocati che lavoravano per la stessa causa sono stati ugualmente vittime di minacce e d’intimidazioni.

Il 9 novembre 2019,  Kumaravadivel Guruparan, è stato informato dal Consiglio dell’Università di Jaffna che non è più autorizzato a esercitare la professione di avvocato di fronte ai tribunali dello Sri Lanka. La decisione è stata presa dalla University Grants Commission (UGC), su richiesta dell’esercito dello Sri Lanka e costituisce un atto di rappresaglia contro il suo lavoro a favore dei diritti dell’uomo e un tentativo di impedirgli di proseguire il suo impegno di fronte ai tribunali nei confronti dei crimini commessi dall’esercito.

Queste azioni di minaccia ed intimidazioni si sono intensificate in vista delle elezioni presidenziali previste per il 16 novembre 2019 in Sri Lanka.

 

L’OIAD esprime la sua profonda preoccupazione in relazione all’utilizzo di misure disciplinari da parte delle autorità dello Sri lanka nei confronti dell’avvocato Kumaravadivel Guruparan nell’esercizio legittimo delle sue funzioni.

L’OIAD fa appello alle autorità dello Sri Lanka perché si conformino ai Principi fondamentali relativi al ruolo degli Ordini degli Avvocati  adottati dalle Nazioni Unite nel 1990 e che prevedono :

  •  “Le autorità assicurano che gli avvocati (a) siano in grado di svolgere tutti i loro doveri professionali senza ostacolo, intimidazione, molestia o indebita interferenza; (b) possano viaggiare e consultare liberamente i propri clienti, sia in patria che all’estero; e (c) non siano fatti oggetto, ne siano minacciati, di essere sottoposti  a procedimento oppure  a sanzioni economiche o altro per qualsiasi azione intrapresa in conformità con i loro obblighi e principi professionali riconosciuti e con la loro  deontologia “ (Principio no. 16).
  • « Le procedure disciplinari adottate contro gli avvocati sono portate di fronte a un organo disciplinare imparziale come l’Ordine degli avvocati, di fronte ad un’autorità statale imparziale o di fronte ad un tribunale e devono essere soggette a ricorso di fronte ad un organo giudiziario indipendente» (Principio n°28).