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Nicaragua

NICARAGUA: L’avvocato María Oviedo, detenuta in stato di isolamento per 52 ore e accusata di aver ostacolato l’esercizio delle forze dell’ordine

 

L’avvocato della ONG Commissione permanente per i diritti umani (CPDH), María Oviedo, è stata arrestata venerdì 26 luglio mentre si trovava in una stazione di polizia in Nicaragua.

L’avvocato è stato arrestato dopo aver schiaffeggiato un agente di polizia che l’aveva molestata in “modo osceno” mentre si trovava presso la stazione di polizia della città di  Masaya per assistere un oppositore politico, scarcerato e lì convocato.

María Oviedo è stata quindi tenuta in stato di isolamento per 52 ore.

La Commissione interamericana per i diritti dell’uomo (CIDH) ha chiesto la scarcerazione immediata dell’avvocato beneficiaria di misure provvisorie e membro del CPDH. Il 27 luglio la Commissione ha chiesto alla Corte interamericana di “adottare delle misure provvisorie in favore dei membri del Centro nicaraguense dei diritti dell’uomo (CENIDH) e della CPDH in ragione della situazione del pericolo estremo in cui versano gli avvocati in Nicaragua”.

 

La Commissione ha anche chiesto al governo Ortega di far cessare immediatamente tutte le detenzioni arbitrarie e le persecuzioni nei confronti dei difensori dei diritti umani in Nicaragua.  María Oviedo ha ricordato che il Meccanismo speciale di monitoraggio (MESENI) era a conoscenza delle azioni adottate dalla polizia.

Dopo la sua scarcerazione l’avvocato Oviedo continua ad essere vittima di persecuzioni giudiziarie.

 

Lo statuto che le è stato accordato dal CIDH non è stato considerato durante l’udienza preliminare. Quando l’avvocato di María Oviedo ha invocato il comportamento irrispettoso del funzionario di polizia nei confronti della sua cliente, il giudice ha risposto che non aveva nessuna prova per pronunciarsi. Anche se l’accusa non aveva nessun fondamento giuridico secondo la difesa, è stata giudicata ricevibile dall’autorità giudiziaria. Il giudice ha preso delle misure supplementari come il divieto per l’avvocato di lasciare il paese e l’obbligo di presentarsi una volta al mese presso il palazzo di giustizia di Managua.

L’Unione Nazionale degli avvocati e notai del Nicaragua (UNANIC) organizzerà un sit-in di solidarietà nei confronti dell’avvocato María Oviedo in occasione della prima udienza del processo intentato nei suoi confronti, che si terrà di fronte al terzo tribunale penale di Managua. L’UNANIC si è pronunciato all’unanimità, dopo la detenzione arbitraria di Maria Oviedo del 26 luglio, rigettando il comportamento degli ufficiali che l’hanno aggredita verbalmente e fisicamente spingendola e mettendole una chiave inglese al collo per costringerla in cella.

Secondo Giovanny Silva Cruz, rappresentante dell’Unanic, la repressione contro gli avvocati nell’ambito dell’esercizio della professione non ha smesso di crescere negli ultimi 5 anni, in ragione di riforme legislative anticostituzionali che influenzano direttamente l’esercizio della professione.

 

L’OIAD condanna fermamente l’arresto arbitrario e le violenze nei confronti dell’avvocato María Oviedo.

L’OIAD porta il suo sostegno all’avvocato, all’Unione nazionale degli avvocati e notai del Nicaragua e alla Commissione permanente dei diritti dell’uomo che combattono per difendere i diritti umani in Nicaragua e le condizioni in cui esercitano gli avvocati.

L’OIAD chiede alle autorità nicaraguensi di conformarsi ai principi fondamentali relativi al ruolo dell’Ordine degli avvocati delle Nazioni Unite del 1990 secondo cui:

  • I poteri pubblici devono prevedere che tutte le persone arrestate o detenute a prescindere dal fatto che siano o meno soggetti ad accusa penale, possano comunicare prontamente con un avvocato e comunque entro 48 ore dall’arresto o dallo stato di detenzione “(principio n° 7).
  • “Le autorità assicurano che gli avvocati (a) siano in grado di svolgere tutti i loro doveri professionali senza ostacolo, intimidazione, molestia o indebita interferenza; (b) possano viaggiare e consultare liberamente i propri clienti, sia in patria che all’estero; e (c) non siano fatti oggetto, ne siano minacciati, di essere sottoposti  a procedimento oppure  a sanzioni economiche o altro per qualsiasi azione intrapresa in conformità con i loro obblighi e principi professionali riconosciuti e con la loro  deontologia “ (Principio no. 16).