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LIBANO: Mohamad Sablouh bersaglio di nuove intimidazioni

2 settembre 2024

Mohamad Sablouh è stato destinatario di un provvedimento di divieto di ingresso nel tribunale militare di Beirut per tre mesi dopo aver criticato su Facebook una decisione giudiziaria che riteneva ingiusta. Ha presentato ricorso alla Corte di Cassazione militare contro questo divieto.

Il 12 agosto 2024 l’avvocato Sablouh ha difeso un cliente davanti al Tribunale militare di Beirut. Più tardi, su Facebook, ha espresso la sua insoddisfazione per una decisione del tribunale, criticando la condanna a 12 anni di carcere inflitta a un membro di una gang, mentre il capo della stessa gang aveva ricevuto solo 4 anni. Egli ha inoltre chiesto l’abolizione del sistema giudiziario militare.

Due giorni dopo, mentre partecipava a un’altra udienza, il presidente del Tribunale militare di Beirut gli ha notificato un provvedimento di interdizione all’accesso al tribunale per una durata di tre mesi, come reazione al suo messaggio sui social network.

Il divieto è stato applicato il 14 agosto, ma gli è stato notificato ufficialmente solo il 19 agosto 2024. Sablouh ha presentato ricorso contro questa decisione alla Corte di Cassazione militare tramite i suoi colleghi avvocati.

L’Osservatorio esorta le autorità libanesi a cessare le intimidazioni nei confronti dell’avvocato Mohamad Sablouh.

L’Osservatorio invita il Tribunale militare di Beirut a rispettare pienamente i diritti fondamentali, compresa la libertà di espressione, e a garantire che gli avvocati possano esercitare la loro professione senza timore di rappresaglie.

L’Osservatorio rimane vigile sulla situazione degli avvocati in Libano.

L’Osservatorio ricorda che, ai sensi dell’articolo 19, paragrafi 1 e 2, del Patto internazionale sui diritti civili e politici, “1. Nessuno può essere perseguito per le sue opinioni. 2. Ogni individuo ha diritto alla libertà di espressione; tale diritto include la libertà di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee di ogni genere, senza riguardo a frontiere, oralmente, per iscritto o a mezzo stampa, sotto forma di arte o attraverso qualsiasi altro mezzo di comunicazione di sua scelta.

L’Osservatorio ribadisce i principi fondamentali delle Nazioni Unite relativi al ruolo dell’Avvocatura, in particolare i principi 16 e 23 :

“Le autorità pubbliche assicurano che gli avvocati a) possano svolgere tutte le loro funzioni professionali senza impedimenti, intimidazioni, molestie o interferenze indebite; (…)” (Principio 16)

“Gli avvocati, come tutti gli altri cittadini, devono godere della libertà di espressione, di credo, di associazione e di riunione. In particolare, essi hanno il diritto di partecipare a discussioni pubbliche riguardanti la legge, l’amministrazione della giustizia e la promozione e protezione dei diritti umani, e di aderire a organizzazioni locali, nazionali o internazionali“. (Principio 23)

 

 

LIBANO: l’avvocato Mohamad Sablouh vittima di minacce e intimidazioni

26 aprile 2024

Mohamad Sablouh è un avvocato libanese specializzato nella difesa dei diritti umani. Ha denunciato l’espulsione illegale dei rifugiati siriani dal Libano alla Siria. Attraverso i suoi social network, ha evidenziato le violazioni della legge libanese e della Convenzione contro la tortura. L’avvocato sta subendo crescenti intimidazioni a causa della sua assistenza legale ai rifugiati siriani.

L’avvocato Sablouh difende i diritti dei rifugiati siriani documentando le violazioni dei diritti umani commesse contro di loro. Da quando ha preso posizione sui social network, ha dovuto affrontare diversi atti di intimidazione.

Nel febbraio 2024, la sua auto è stata forzata due volte vicino alla sua abitazione a Qubba (Libano settentrionale).

Nel corso dello stesso mese, Sablouh ha discusso dell’espulsione illegale dei siriani con il capo della Sicurezza nazionale, Khattar Nasreddine, e con il presidente dell’Ordine degli avvocati di Tripoli, Sami Al Hassan. È stata istituita una linea telefonica di assistenza per far fronte a queste situazioni.

Al termine dell’incontro l’avvocato Sablouh è stato informato dell’esistenza di un grave procedimento a suo carico, che sarà aperto ufficialmente nei prossimi giorni. Questo dossier potrebbe essere legato alle accuse dell’ex direttore della Sicurezza generale, Abbas Ibrahim, che ha accusato l’avvocato Sablouh di avere legami con il sionismo nel 2021.

L’avvocato Sablouh ha anche parlato con il Direttore della Sicurezza Generale, il Maggiore Generale Elias Al-Bisari, di violazioni del Codice di Procedura Penale libanese in relazione alla deportazione dei rifugiati siriani.

Tuttavia, dal colloquio del febbraio 2024, Mohamad Sablouh ha ricevuto messaggi su WhatsApp da mittenti sconosciuti, alcuni dei quali chiedevano somme di denaro. Nell’aprile 2024, l’avvocato ha presentato una denuncia contro questi mittenti anonimi, ma finora senza alcun risultato.

L’Osservatorio esorta le autorità libanesi a prendere tutte le misure necessarie per garantire a Mohamad Sablouh la libertà di esercitare la professione di avvocato.

L’Osservatorio ricorda che, secondo l’articolo 9, paragrafo 1, del Patto internazionale sui diritti civili e politici, “ogni individuo ha diritto alla libertà e alla sicurezza della propria persona. Nessuno può essere sottoposto ad arresto o detenzione arbitrari. Nessuno può essere privato della propria libertà se non per i motivi e secondo le procedure stabiliti dalla legge”.

L’Osservatorio ribadisce i principi fondamentali delle Nazioni Unite relativi al ruolo degli avvocati, in particolare il principio 17, secondo il quale: “Quando la sicurezza degli avvocati è minacciata nell’esercizio delle loro funzioni, essi devono essere adeguatamente protetti dalle autorità”.