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ALERT 06/06/2023

ALERT 27/02/2023

MAROCCO: confermata dalla Corte Suprema marocchina la condanna a 3 anni di carcere di Mohamed Ziane

06 giugno 2023

La Corte Suprema marocchina ha confermato la condanna di Mohamed Ziane a 3 anni di carcere.

L’80enne ex ministro dei Diritti umani, in carcere dal novembre 2022, non ha più possibilità di appello.

MAROCCO: l’ex presidente dell’Ordine degli avvocati di Rabat e ministro per i Diritti umani, Mohamed Ziane, incarcerato dopo un processo sommario in contumacia

27 febbraio 2023

Dopo un processo sommario, l’ex presidente dell’Ordine degli avvocati di Rabat e ministro dei Diritti umani del Marocco dal 1995 al 1996, Mohamed Ziane, è stato arrestato e imprigionato a scapito del rispetto delle norme procedurali.

Il 21 novembre 2022, la Corte d’appello di Rabat ha confermato la sentenza di primo grado e ha condannato Mohamed Ziane a 3 anni di carcere. La dichiarazione d’apertura del pubblico ministero ha esposto 11 accuse contro di lui, tra cui “insulti a pubblici ufficiali e alla magistratura”, “insulti a un organo costituito”, “diffamazione”, “adulterio” e “violenza sessuale”.

La condanna si basa su video pubblicati dalla stampa in cui Mohamed Ziane accusa la famiglia reale, i servizi di sicurezza, il Primo Ministro e il Ministro delegato al Ministero dell’Economia e delle Finanze di corruzione e abuso di potere.

L’OIAD apprende che sia il processo che l’arresto di Mohamed Ziane si sono svolti a scapito del rispetto delle regole della procedura penale. L’ex presidente dell’Ordine degli avvocati non ha potuto difendersi, poiché non gli è stata notificata formalmente l’udienza d’appello. Questa irregolarità è stata oggetto di una denuncia presentata dal suo avvocato per “falso in scrittura pubblica”. A seguito di questa condanna, la polizia, in abiti civili, lo ha arrestato pur non avendo un provvedimento appositamente motivato.

La richiesta di rilascio del suo avvocato è stata respinta dal tribunale di Rabat il 6 dicembre 2022 e Mohamed Ziane rimane in carcere, nonostante l’età (80 anni) e i problemi di salute.

Queste irregolarità costituiscono una violazione del diritto alla difesa e a un equo processo di Mohamed Ziane, nonché del suo diritto alla sicurezza.

Da più di quattro anni, l’interessato è oggetto di una campagna diffamatoria condotta dai media su vari siti web per infangare la sua reputazione. In questo caso, uno dei siti aveva pubblicato un video diffamatorio in cui Mohamed Ziane veniva accusato di violenza sessuale nei confronti di una ex poliziotta, anch’essa cliente dell’avvocato, cosa che quest’ultimo aveva pubblicamente negato. Queste campagne e gli arresti sarebbero seguiti alle sue critiche pubbliche ai servizi di sicurezza, che soffocano i dissidenti politici.

L’Osservatorio condanna fermamente la condanna e la detenzione di Mohamed Ziane, a scapito del rispetto delle norme procedurali che garantiscono lo Stato di diritto.

L’Osservatorio è preoccupato per questi atti di intimidazione che mettono in pericolo l’esercizio libero e indipendente e la libertà di espressione della professione legale.

Alla luce di questa situazione, l’Osservatorio ricorda che l’indipendenza della professione legale è uno dei principali indicatori della salute democratica e del consolidamento dello Stato di diritto. Ciò è in accordo con le disposizioni dei Principi delle Nazioni Unite sul ruolo degli avvocati, in particolare i principi 16, 17 e 23:

Principio 16: “I governi devono garantire che gli avvocati (a) siano in grado di svolgere tutte le loro funzioni professionali senza ostacoli, intimidazioni, molestie o interferenze indebite;(…)”.

Principio 17: “Quando la sicurezza degli avvocati è minacciata nell’esercizio delle loro funzioni, essi devono essere adeguatamente protetti dalle autorità”.

Principio 23: “Gli avvocati, come tutti gli altri cittadini, devono godere della libertà di espressione, di credo, di associazione e di riunione. (…) “