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Messico

16 febbraio, 2022

Il 3 febbraio, l’avvocata ambientalista Verónica Guerrero è stata assassinata nel centro di Tonalá (stato di Jalisco). Secondo le informazioni, l’avvocata aveva ricevuto minacce a causa della sua battaglia contro diverse aziende che utilizzavano la discarica illegale di Matatlán, causando danni ambientali agli abitanti della zona.

L’avvocata ambientalista Verónica Guerrero ha rappresentato il collettivo Urbi Quinta nella sua battaglia legale contro diverse imprese per il funzionamento irregolare della discarica di Matatlán. Dalla fine del 2021, l’impresa Caabsa Eagle è stata accusata di utilizzare irregolarmente i  terreni per smaltire i rifiuti nella discarica di Matatlán, chiusa da oltre 10 anni.

L’avvocata e attivista per i diritti umani ambientali e’ stata in prima linea per sostenere le proteste. In particolare, il 12 dicembre, ha chiesto pubblicamente alle autorità di affrontare il problema, denunciando le condizioni in cui vivono le persone colpite dall’operazione irregolare[1]. Prima del suo omicidio, Veronica ha ricevuto diverse minacce, alcune delle quali dirette, da parte di coloro che sversavano i rifiuti che si opponevano alla chiusura della discarica, e queste minacce si sono intensificate nelle due settimane prima della sua morte. Si presume che il suo omicidio sia direttamente collegato alle sue legittime attività di avvocata specializzata nella difesa dell’ambiente .

Il 9 febbraio, la procura dello stato di Jalisco ha indicato che l’indagine si stava concentrando sulle attività della signora Guerrero come avvocata, escludendo infatti le sue attività come attivista per i diritti umani e l’ambiente come possibile causa del suo omicidio

Sulla base delle informazioni raccolte in questo caso, la dichiarazione del procuratore appare insufficiente e inadeguata. La signora Guerrero combinava la sua attività di avvocata con quella di difensore dei diritti umani ambientali, che era particolarmente legata al suo coinvolgimento nella questione della discarica di Matatlán, per la quale era stata minacciata.

In questo senso, l’Osservatorio ricorda le prescrizioni della recente condanna dello Stato messicano da parte della Corte interamericana dei diritti umani nel caso dell’omicidio dell’avvocata Digna Ochoa. In particolare, l’obbligo di sviluppare “un protocollo specifico e specializzato per le indagini sugli attacchi contro i difensori dei diritti umani, tenendo conto dei rischi inerenti al loro lavoro, che richiede un esame esaustivo della possibilità che l’aggressione sia stata motivata o legata alla promozione dei diritti umani da parte della vittima, con una prospettiva di genere ed etnica”[2].

 

L’Osservatorio condanna l’omicidio di Verónica Guerrero ed esprime la sua solidarietà alla famiglia e agli amici della vittima.

L’Osservatorio chiede alle autorità messicane di garantire un’indagine efficace, diligente e approfondita sulla situazione della signora Guerrero.

L’Osservatorio ricorda alle autorità messicane che l’indipendenza della professione legale è uno degli elementi essenziali dello stato di diritto. Ciò conformemente  ai principi delle Nazioni Unite sul ruolo degli avvocati (1990):

“Le autorità pubbliche garantiscono che gli avvocati (a) siano in grado di svolgere tutti i loro compiti professionali senza impedimenti, intimidazioni, molestie o interferenze indebite” (principio 16).

“Quando la sicurezza degli avvocati è minacciata nell’esercizio delle loro funzioni, essi devono essere adeguatamente protetti dalle autorità. ” (Principio 17)

 

[1] https://lider919.com/protestan-contra-reactivacion-del-basurero-de-matatlan-en-tonala-operado-por-caabsa-sin-autorizacion-ambiental

[2] https://www.corteidh.or.cr/docs/casos/articulos/seriec_447_esp.pdf