25 Gennaio 2022
La Corte interamericana dei diritti dell’uomo ha emesso una nuova sentenza che condanna il Messico per violazione del diritto alla vita, delle garanzie di protezione giudiziaria e del diritto all’onore e alla dignità dei difensori dei diritti dell’uomo.
Si tratta del caso Digna Ochoa e membri della sua famiglia contro il Messico, in cui la Corte si è pronunciata sulla responsabilità dello Stato e la sua mancanza di diligenza nelle indagini sull’omicidio, nell’ottobre 2001, della signora Ochoa, avvocata specializzata nella difesa dei diritti umani e sulla violazione del diritto della sua famiglia a conoscere la verità sui fatti.
Nel maggio 2021, l’Osservatorio internazionale degli avvocati in pericolo, insieme alla Fondazione degli avvocati spagnoli, aveva presentato una memoria Amicus curiae dinanzi alla Corte interamericana dei diritti dell’uomo, in collaborazione con il collegio di difesa della vittima e dei suoi parenti, guidato dall’avvocata Karla Michel Salas. La memoria aveva evidenziato il pregiudizio subito dalla famiglia dell’avvocata messicano a causa di errori commessi nell’indagine e l’ inadempienza dello Stato messicano nonostante le numerose richieste presentate dalla famiglia.
La sentenza ingiunge al Messico di portare a buon fine le indagini per determinare le circostanze dell’omicidio della signora Digna Ochoa nel 2001 e di perseguire e condannare i responsabili.
Inoltre, la sentenza impone allo stato messicano l’obbligo di rafforzare i suoi “meccanismi di protezione per i difensori dei diritti umani, i giornalisti”, e sui testimoni, e chiede lo sviluppo di una serie di iniziative e protocolli per il perseguimento dei crimini contro i difensori dei diritti umani, che il Messico non ha o di cui non ha ancora fatto uso.
Inoltre, il Messico deve compiere atti riparatori, come il riconoscimento pubblico e internazionale della sua responsabilità, la creazione di un premio per i diritti umani da intitolare a Digna Ochoa y Plácido, il lancio di una campagna per riconoscere e promuovere il lavoro dei difensori dei diritti umani, e ancora l’ intitolazione di una strada a Digna Ochoa y Plácido nella città di Misantla, nello stato di Veracruz, così come a Città del Messico.
Infine, il Messico è stato condannato a pagare più di 400.000 dollari per i danni materiali e morali subiti dalla famiglia.
La sentenza afferma che l’ indagine sui casi di violazione del diritto alla vita costotuisce un elemento centrale per determinare la responsabilità internazionale dello Stato.