Turchia: L’Osservatorio e i suoi membri, Conseil National des Barreaux (CNB), Ordine degli avvocati di Parigi e Ordine degli Avvocati di Bologna, presenti al processo dei nostri colleghi turchi imprigionati da più 6 anni

Turchia: L’Osservatorio e i suoi membri, Conseil National des Barreaux (CNB), Ordine degli avvocati di Parigi e Ordine degli Avvocati  di Bologna, presenti al processo dei nostri colleghi turchi imprigionati da più 6 anni

L’Osservatorio e i suoi membri, il Conseil National des Barreaux (CNB), l’Ordine degli avvocati di Parigi e l’Ordine degli avvocati di Bologna, hanno assistito il 23 marzo 2022 al processo contro i componenti dell’Associazione degli avvocati progressisti” (CHD).

In questo processo, 22 avvocati, membri dell’associazione CHD, sono stati perseguiti dal 2013 sulla base della legge turca antiterrorismo. Ebru TIMTIK ha perso la vita dopo uno sciopero della fame di 238 giorni, intrapreso per ottenere un giusto processo. Selçuk KOZAGACLI, ex presidente del CHD e Barkın TIMTIK, avvocato e sorella di Ebru, sono stati imprigionati per quasi 6 anni.

Fin dall’inizio di questo processo gli avvocati contestano l’insieme degli elementi su cui si fonda l’accusa: i protagonisti del caso, l’indagine, le prove e i testimoni.

Il procuratore che ha predisposto l’atto d’accusa è stato condannato all’ergastolo per “appartenenza al movimento gulenista” ed è attualmente in fuga.

Il vicedirettore della divisione antiterrorismo di Istanbul e gli ufficiali di polizia in servizio nella divisione sono perseguiti, tra le altre cose, per “falso”, “formazione di prove false” e “alterazione di dati digitali ottenuti illegalmente”.

Il principale investigatore, l’ufficiale di polizia che ha eseguito le istruzioni del suddetto procuratore, è stato licenziato e perseguito per “falsificazione” e “appartenenza al movimento gulenista”. Questo poliziotto è ora detenuto a Silivri, nella stessa prigione degli avvocati.

Dei documenti che “sarebbero stati presumibilmente comunicati dal Belgio e dall’Olanda” sono seriamente contestati; gli originali non sono mai stati inseriti nel dossier. La Corte ha dapprima sostenuto che “non ha avuto il tempo di effettuare i riscontri necessari”, anche se il caso risale a quasi nove anni fa, e poi ha affermato di aver trovato gli originali senza comunicarli alla difesa.

La perizia sugli elementi digitali non è stata effettuata come richiesto dalla difesa.

I testimoni, la maggior parte dei quali sono “anonimi”, contestano le loro dichiarazioni nei confronti di alcuni, altri sono stati pagati, o dicono di aver perso la memoria o sono stati interrogati senza la presenza della difesa.

Nonostante questo contesto, alla fine dell’udienza, la Corte ha ordinato la continuazione della detenzione, affermando che “il crimine contestato  è tra quelli classificati come importanti e gravi” dalla legge turca, così come il “pericolo di fuga”, anche se l’unica persona che rimane latitante in questo caso è il procuratore incaricato delle indagini.

L’udienza del 23 marzo 2022 è stata rinviata al 1° giugno. I rappresentanti dell’Osservatorio hanno potuto visitare i loro colleghi detenuti nella prigione di Silivri e hanno espresso il pieno sostegno dell’Osservatorio e degli organismi rappresentativi della professione forense.

Potete consultare il rapporto della missione condotta nel settembre 2021. 

Il rapporto della missione di osservazione del 23 marzo è in corso di elaborazione.