David Castillo, uno dei direttori dell’azienda elettrica honduregna DESA, è stato riconosciuto colpevole lunedì 5 luglio di essere il mandante dell’ omicidio della leader ambientalista Berta Cáceres. L’udienza di condanna è prevista per il 3 agosto, quando sarà emessa la sentenza.
La famiglia e i rappresentanti legali di Berta hanno descritto la sentenza come “un passo storico nella lotta contro l’impunità per i crimini commessi contro i difensori dei diritti umani”, poiché è la prima volta che il direttore di una delle imprese coinvolte in questo tipo di crimine è stato condannato per esserne la mente.
I giudici hanno basato la loro decisione sulle informazioni raccolte dai dispositivi mobili, che hanno permesso loro di stabilire il piano per assassinare Cáceres e mettere fine all’opposizione che lei rappresentava al progetto di costruzione idroelettrica sul fiume Gualcarque.
Inoltre, il team legale ha sottolineato che le prove raccolte in questo processo saranno utilizzate per dimostrare il coinvolgimento di attori più potenti come la famiglia Atala Zablah, proprietaria della società e con importanti agganci politici. L’ufficio del procuratore ha assicurato che sta lavorando su questa indagine.
L’Osservatorio Internazionale degli Avvocati in Pericolo partecipa dal 2018 all’osservazione del processo per l’assassinio del leader Lenca attraverso una Missione di Osservazione. L’OIAD è stato coinvolto per la prima volta nel caso assistendo l’avvocato Victor Fernández, che rappresenta la famiglia e il COPINH, vittime dell’omicidio di Berta Cáceres. L’OIAD ha emesso un comunicato sulla situazione di rischio per questo avvocato.
L’osservazione del processo per l’omicidio di Berta Cáceres è stata fatta su espressa richiesta di Victor Fernández. La posizione della missione è sempre stata quella di denunciare le irregolarità che si sono verificate durante il processo e ha verificato con preoccupazione come, negli ultimi mesi, le interferenze esterne nel processo abbiano assunto un ruolo predominante.
Anche la delegazione dell’Unione Europea (UE) in Honduras si è congratulata con il sistema giudiziario honduregno per la sentenza. Da parte sua, il COPINH, l’organizzazione del popolo indigeno Lenca, a cui apparteneva Cáceres, ha celebrato la sentenza, poiché “questo significa una vittoria popolare non solo per il COPINH, il popolo Lenca e la famiglia di Berta Cáceres”, ha scritto sul suo account Twitter.
Come avvocato, è opportuno salutare il lavoro di Víctor Fernández e della sua squadra, che sono riusciti, nonostante tutta la pressione che questo tipo di casi comporta nella regione, a mantenere una costante battaglia legale fino a quando questo importante passo è stato fatto.
Laura Zúniga, vincitrice del premio per i diritti umani CGAE 2019, fa parte di COPINH, l’organizzazione guidata da sua madre, che ha dichiarato che non avrà pace fino a quando il resto degli autori intellettuali dell’omicidio di Berta non saranno condannati.
Cáceres è stata assassinata il 3 marzo 2016, nella sua casa di La Esperanza, dopo aver ricevuto per anni minacce di morte per la sua campagna contro la costruzione della diga Agua Zarca, un’infrastruttura che, se costruita, distruggerebbe le foreste indigene e i territori nativi.