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In una dichiarazione congiunta, pubblicata sul sito de “La Croix” Jerôme Gavaudan, presidente dell’Oiad e Jean-Claude Samouiller, presidente di Amnesty International Francia, hanno denunciato la decisione di Israele di espellere l’avvocato Salah Hamouri.
Nove mesi. Sono passati più di nove mesi da quando l’avvocato franco-palestinese Salah Hamouri è stato arrestato e poi messo in detenzione amministrativa in un carcere israeliano. Senza diritto a un processo equo, senza che sia stata formulata alcuna accusa nei suoi confronti e con il pretesto di “minacciare la sicurezza della regione”, da marzo ha visto la sua pena detentiva rinnovata ogni tre mesi per decisione di un tribunale militare.
Questa domenica è stato espulso da Israele in Francia senza ulteriore processo, anche se l’udienza per fissare la data della sua espulsione era prevista per il 1° gennaio. Oggi chiediamo alle autorità israeliane di revocare questa decisione, consentendogli di tornare a lavorare nel suo Paese e di vivere nella sua terra natale con la sua famiglia.
Un pericoloso precedente
La revoca del diritto di residenza e l’espulsione dal territorio israeliano, che da mesi pendevano su Salah Hamouri come una spada di Damocle, sono ora diventate realtà. A nostro avviso, questa decisione costituisce una grave violazione della Quarta Convenzione di Ginevra e un crimine di guerra.
L’espulsione di Salah Hamouri costituisce un pericoloso precedente. Si basa su un emendamento alla legge che consente al Ministero degli Interni israeliano di espellere i residenti permanenti (lo status giuridico della maggioranza dei palestinesi a Gerusalemme) se si ritiene che abbiano “violato” la loro fedeltà allo Stato di Israele. Questa misura contraddice il diritto internazionale: non è richiesta la fedeltà alla potenza occupante da parte della popolazione occupata.
Una vita normale
In diverse occasioni, le autorità francesi hanno espresso preoccupazione per la sua sorte, fino al presidente Emmanuel Macron, che il 22 agosto ha chiesto informazioni sulla sua situazione al ministro degli Esteri israeliano, Yair Lapid. La mobilitazione internazionale e gli sforzi della diplomazia francese, le cui ripetute prese di posizione hanno permesso di ritardare per un certo tempo queste decisioni, sono da lodare.
In risposta alle interrogazioni scritte dei parlamentari francesi sulla sua sorte, il Ministero dell’Europa e degli Affari Esteri ha ripetutamente affermato che Salah Hamouri dovrebbe “essere in grado di condurre una vita normale a Gerusalemme, dove è nato e dove risiede”, e che “sua moglie e i suoi figli (dovrebbero) essere autorizzati ad andare lì a cercarlo”. Il Ministero ha inoltre condannato con forza “la decisione delle autorità israeliane, contraria alla legge, di espellere Salah Hamouri in Francia”.
Non è troppo tardi per ritornare su questa decisione. L’Osservatorio internazionale per gli avvocati in pericolo (OIAD) sta collaborando con Amnesty International Francia per cercare di annullare questa decisione e organizzare il suo ritorno a Gerusalemme Est. Perseverando in questa direzione, il governo israeliano sta di fatto avallando una pratica purtroppo nota in altri Stati autoritari della regione, vale a dire gli ostacoli all’esercizio della professione di avvocato e l’espulsione di chiunque possa danneggiare l’immagine del governo.