Turchia: Arresto di 60 persone

Turchia: Arresto di 60 persone

TURCHIA: Arresto di 60 persone, tra cui 48 avvocati, 7 praticanti avvocati , 3 giudici, 1 uditore giudiziario e un laureato in giurisprudenza.

 

L’ 11 settembre 2020, 48 avvocati, 7 praticanti avvocati, 3 giudici, 1 uditore giudiziario e un laureato in giurisprudenza sono stati arrestati e accusati di “partecipazione ad un’organizzazione terroristica” nella provincia di Ankara. Sono state effettuate perquisizioni presso i domicili ed in 24 studi legali con la mobilitazione di quasi 2.000 agenti di polizia.

Gli arresti sono stati effettuati in violazione delle norme vigenti in Turchia, in particolare senza la presenza dei delegati del presidente dell’Ordine degli avvocati durante le perquisizioni, avvenute alle 5.30 del mattino, ma con la stampa mobilitata dalla polizia. Inoltre, gli avvocati nominati non possono garantire la difesa dei loro colleghi, in quanto la procura ha imposto degli avvocati scelti appositamente. In queste circostanze, il 16 settembre 2020, i fermi di polizia sono stati prorogati di 8 giorni. Una avvocata, incinta di 8 mesi ed un ‘altra che ha appena avuto un figlio – il che ne vieta la detenzione secondo la legge turca – rimangono in carcere.

In pratica, le autorità turche accusano gli avvocati di difendere molte persone accusate dalle autorità turche di essere “membri del movimento gulenista”, o ancora date per scomparse. Alcuni di loro avevano adito per i oro clienti il Gruppo di lavoro delle Nazioni Unite sulla detenzione arbitraria..

Questi arresti sono avvenuti pochi giorni dopo il discorso del presidente Erdogan alla cerimonia di apertura del nuovo anno giudiziario durante al quale aveva  affermato che “coloro che assumono  come avvocati la difesa  dei  terroristi non possono  agire essi stessi  come terroristi. Se lo fanno, ci deve essere un prezzo da pagare”.  Queste parole si inseriscono in un clima di particolare ostilità nei confronti degli avvocati, minacciati, perseguiti, minacciati e imprigionati da molti anni in Turchia.

L’OIAD deplora ancora una volta con forza la criminalizzazione della professione legale in Turchia.

L’OIAD esprime la sua profonda indignazione per questa nuova campagna di arresti di massa.

L’OIAD desidera ricordare alle autorità turche che, secondo i Principi Fondamentali sul Ruolo degli Avvocati delle Nazioni Unite (1990):

“Gli avvocati non devono essere assimilati a i loro clienti o alle cause dei loro clienti in ragione dell’esercizio delle loro funzioni” (Principio 18).

“Le autorità pubbliche devono garantire che gli avvocati (a) siano in grado di svolgere tutte le loro funzioni professionali senza ostacoli, intimidazioni, molestie o indebite interferenze …” (Principio 16).

Di conseguenza, l’OIAD esorta le autorità turche a rilasciare e a far cadere le accuse contro,  i colleghi arrestati.